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Trump, Cina e Unione Europea: quali scenari per la Svizzera?

28.01.2025


Articolo precedente della newsletter, settimana 05:

<-- La settimana degli equilibri globali


Le recenti misure di politica commerciale e tecnologica adottate da Donald Trump, combinate con le tensioni tra Cina e Unione Europea, hanno innescato dinamiche globali che influenzano profondamente anche la Svizzera. Grazie alla sua posizione strategica come centro finanziario e tecnologico, la Confederazione si trova in una situazione critica di fronte a questi cambiamenti.

Il quadro che emerge richiede un’analisi attenta, in particolare per coloro che investono o intendono investire nelle infrastrutture digitali. Mentre gli Stati Uniti adottano una linea dura nei confronti della Cina e l’Unione Europea cerca di rafforzare la propria autonomia tecnologica, la Svizzera si trova nella necessità di bilanciare i rapporti con tutti e tre i blocchi.

Trump ha promosso massicci investimenti nell’intelligenza artificiale e nelle infrastrutture digitali, con l’obiettivo di consolidare la supremazia tecnologica degli Stati Uniti. Allo stesso tempo, la Cina sta destinando enormi risorse alla propria strategia digitale e all’IA (conoscete DeepSeek? ). Anche la Repubblica Popolare punta alla leadership nel settore delle infrastrutture digitali.

L’Unione Europea, che non ha ancora preso una posizione chiara su come rispondere alle nuove mosse statunitensi, continuerà probabilmente a concentrarsi sull’elaborazione di quadri normativi volti a garantire uno sviluppo etico delle tecnologie emergenti.

La Svizzera si trova quindi a un bivio strategico: aderire passivamente alle politiche europee, oppure sfruttare la propria storica neutralità per trasformarla in un vantaggio competitivo?
Questa scelta influenzerà il suo posizionamento nell’economia digitale globale e la capacità di attrarre investimenti e talenti nel lungo periodo.

Le dinamiche politiche legate alla politica energetica dell’Unione Europea e alla fornitura di componenti elettronici critici avranno inevitabilmente un impatto anche sull’industria tecnologica svizzera. L’approvvigionamento energetico della Svizzera è senza dubbio più complesso di quanto possa sembrare, ma la rete elettrica – basata su un mix equilibrato di energia nucleare e idroelettrica – appare più resiliente rispetto a quella dei Paesi vicini.

Nel settore fintech, la Svizzera sta già implementando protocolli di interoperabilità che consentono l’integrazione con vari quadri normativi internazionali.
Un esempio rilevante è l’introduzione di standard aperti e condivisi per i servizi cloud, che garantiscono la compatibilità con interfacce aperte o normative di interoperabilità a livello europeo. Questo approccio facilita il trasferimento dei dati e l’allineamento con le regolamentazioni dell’Unione Europea.

Inoltre, la Svizzera è impegnata nella creazione di datacenter transfrontalieri, collaborando con partner internazionali per promuovere l’autodeterminazione digitale e uno spazio digitale in cui i cittadini svolgano un ruolo attivo nello sviluppo degli ecosistemi digitali sociali ed economici. Questo impegno mira a garantire l’interoperabilità con altri Paesi ed evitare nuove barriere digitali.

La Svizzera può inoltre assumere un ruolo chiave nello sviluppo di standard tecnici internazionali, sfruttando la propria neutralità per facilitare la convergenza tra i protocolli di USA, Cina ed Europa, soprattutto in ambiti critici come la standardizzazione dei protocolli di IA, l’interoperabilità dei sistemi di calcolo quantistici e i quadri di sicurezza per la cybersicurezza.

L’attuale contesto rappresenta un’opportunità per rafforzare il ruolo della Svizzera come hub tecnologico, facendo leva sulla stabilità delle sue infrastrutture energetiche e sulla capacità di mediazione in materia di standard tecnici internazionali.

La chiave sarà mantenere un equilibrio tra autonomia tecnologica e integrazione internazionale, trasformando la storica neutralità svizzera in un vantaggio tecnico e operativo nell’era digitale.