Le dinamiche politiche legate alla politica energetica dell’Unione Europea e alla fornitura di componenti elettronici critici avranno inevitabilmente un impatto anche sull’industria tecnologica svizzera. L’approvvigionamento energetico della Svizzera è senza dubbio più complesso di quanto possa sembrare, ma la rete elettrica – basata su un mix equilibrato di energia nucleare e idroelettrica – appare più resiliente rispetto a quella dei Paesi vicini.
Nel settore fintech, la Svizzera sta già implementando protocolli di interoperabilità che consentono l’integrazione con vari quadri normativi internazionali.
Un esempio rilevante è l’introduzione di standard aperti e condivisi per i servizi cloud, che garantiscono la compatibilità con interfacce aperte o normative di interoperabilità a livello europeo. Questo approccio facilita il trasferimento dei dati e l’allineamento con le regolamentazioni dell’Unione Europea.
Inoltre, la Svizzera è impegnata nella creazione di datacenter transfrontalieri, collaborando con partner internazionali per promuovere l’autodeterminazione digitale e uno spazio digitale in cui i cittadini svolgano un ruolo attivo nello sviluppo degli ecosistemi digitali sociali ed economici. Questo impegno mira a garantire l’interoperabilità con altri Paesi ed evitare nuove barriere digitali.
La Svizzera può inoltre assumere un ruolo chiave nello sviluppo di standard tecnici internazionali, sfruttando la propria neutralità per facilitare la convergenza tra i protocolli di USA, Cina ed Europa, soprattutto in ambiti critici come la standardizzazione dei protocolli di IA, l’interoperabilità dei sistemi di calcolo quantistici e i quadri di sicurezza per la cybersicurezza.
L’attuale contesto rappresenta un’opportunità per rafforzare il ruolo della Svizzera come hub tecnologico, facendo leva sulla stabilità delle sue infrastrutture energetiche e sulla capacità di mediazione in materia di standard tecnici internazionali.
La chiave sarà mantenere un equilibrio tra autonomia tecnologica e integrazione internazionale, trasformando la storica neutralità svizzera in un vantaggio tecnico e operativo nell’era digitale.