È fondamentale sottolineare l’importanza di un’analisi del rischio accurata e di una pianificazione strategica consapevole. Affidarsi a consulenze esperte consente alle aziende di acquisire una visione completa dei problemi, evitando decisioni miopi che possono generare dipendenze esterne o inefficienze operative. Lo spostamento della produzione per motivi ambientali, come nel caso del TNT, verso Paesi con normative meno restrittive non risolve il problema a livello globale e può creare pericolose dipendenze strategiche.
Un punto cruciale è proprio l’analisi del rischio. Il pericolo è trovarsi impreparati quando si dismettono linee produttive ritenute “non necessarie” senza guardare oltre i numeri. Ad esempio, tra il 1991 e il 2022 gli Stati Uniti hanno condotto 251 operazioni militari, ma hanno sottovalutato la necessità di mantenere una capacità produttiva solida nel settore delle munizioni.
Non si dovrebbe erroneamente considerare il TNT come una produzione di nicchia: le decisioni normative e industriali in questo ambito riflettono dinamiche riscontrabili in molti altri settori produttivi. Un esempio recente è quello della Piaggio Ape, l’iconico veicolo a tre ruote prodotto in Italia dal 1948, la cui produzione nello stabilimento di Pontedera è stata interrotta.
La decisione è stata determinata principalmente dalle severe normative europee in materia di emissioni e sicurezza, che avrebbero richiesto ingenti investimenti per l’adeguamento agli standard attuali. La soluzione individuata dall’azienda è stata la delocalizzazione della produzione in India, dove regolamentazioni meno stringenti garantiscono la competitività del prodotto.
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Analogamente al caso del TNT, anche in questo contesto ci si può chiedere se le politiche europee e le conseguenti decisioni aziendali contribuiscano davvero alla riduzione dell’impronta ecologica globale. Si potrebbe sostenere che una regolamentazione europea più flessibile, in grado di mantenere la produzione locale pur applicando standard più elevati rispetto a quelli dei Paesi verso cui avviene la delocalizzazione, avrebbe potuto generare un impatto ambientale complessivo inferiore.
È tuttavia ampiamente riconosciuto che, di fronte alle sfide attuali, le aziende debbano adottare un approccio olistico, che integri aspetti ecologici e strategici. L’implementazione di sistemi avanzati di integrazione dei dati, come la piattaforma Eliona, consente la centralizzazione e l’analisi di informazioni critiche – dal monitoraggio in tempo reale dei processi all’analisi dell’efficienza energetica.
Una consulenza specializzata che impiega questi strumenti può condurre analisi del rischio più precise, sviluppare scenari predittivi e identificare potenziali vulnerabilità nella catena di fornitura. Solo attraverso questo approccio basato sui dati e supportato da competenze esperte, le aziende possono prendere decisioni strategiche realmente fondate, in grado di coniugare sostenibilità ambientale e resilienza operativa.
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