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Elettrificazione e fallimenti: Oltre il semplicismo delle politiche statali

07.01.2025


Articolo precedente del newsletter, settimana 02:

<-- Chi viene danneggiato dalle politiche internazionali dell'UE?


Il dibattito sulla transizione verso la mobilità elettrica in Europa è spesso distorto da visioni unilaterali: le opinioni oscillano tra chi considera la politica industriale troppo aggressiva, chi punta il dito contro la concorrenza asiatica "sleale" e chi crede che massicci finanziamenti pubblici siano sufficienti a creare campioni tecnologici.

Nonostante 14 miliardi di dollari di finanziamenti e un mercato europeo interamente a disposizione, Northvolt ha fallito ed è vicino al collasso. Non si può nemmeno attribuire la colpa esclusivamente ai costi energetici, poiché la fabbrica svedese è stata deliberatamente localizzata per sfruttare l'enorme potenziale idroelettrico della regione.

L'analisi della competitività evidenzia tre aree critiche che potrebbero riflettere le sfide che molte aziende industriali europee affrontano.

Frammentazione degli investimenti
La frammentazione degli investimenti ha disperso risorse in decine di iniziative subottimali, invece di concentrarle su pochi progetti strategici di portata continentale. C'è stata un'eccessiva enfasi sull'espansione geografica, a scapito della capacità di innovazione.

Innovazione e processi decisionali
Il confronto con i concorrenti è eloquente: 8.000 dipendenti complessivi in Northvolt rispetto ai 21.000 ingegneri R&S di CATL indicano approcci fondamentalmente diversi. Tuttavia, non si tratta solo di numeri: i cicli decisionali delle aziende europee sono ancora troppo lunghi e l'approccio alla ricerca e sviluppo rimane ancorato a modelli tradizionali. L'assenza di una cultura del "fail fast, learn fast", tipica delle aziende tecnologiche extraeuropee, impedisce una crescita rapida e adattiva.

Implementazione industriale
È significativo che la digitalizzazione in Europa avanzi lentamente e che le competenze digitali della forza lavoro siano insufficienti. L'integrazione verticale della catena di approvvigionamento è carente rispetto ai concorrenti asiatici.
Nonostante Northvolt abbia ricevuto ingenti finanziamenti, non è riuscita a tenere il passo con la concorrenza. Questo è un problema comune a molte aziende europee, dove la maggior parte dei progetti locali viene ritardata o cancellata. Secondo Bloomberg, 11 delle 16 gigafactory previste in Europa sono in stallo, mentre i progetti asiatici procedono senza intoppi.

Ma non solo: Tesla ha progettato e costruito una gigafactory in Germania in meno di 24 mesi, mentre molti progetti europei, nello stesso periodo, sono ancora in fase di studio preliminare.

Per affrontare le sfide critiche emerse, le aziende che vogliono trasformare la propria struttura operativa e produttiva possono sfruttare numerose opportunità di digitalizzazione e programmi di formazione volti a sviluppare competenze digitali a tutti i livelli organizzativi. Questo percorso è essenziale per colmare il divario con i concorrenti internazionali e migliorare complessivamente la competitività.

Affinché l'Europa possa guidare con successo la transizione energetica e industriale, deve superare la logica delle sovvenzioni e concentrarsi sulla crescita tecnologica sostenibile. La modernizzazione della struttura industriale e produttiva richiede visione strategica e investimenti mirati in tecnologie avanzate, per garantire che le risorse impiegate conducano a una leadership industriale – e non a opportunità mancate o sprechi.