La tradizione svizzera di chiarezza e trasparenza normativa gioca un ruolo chiave:
Un quadro regolamentare chiaramente definito, ma meno restrittivo rispetto all'AI Act, potrebbe attrarre investimenti da tutta Europa e favorire la ricerca e lo sviluppo, offrendo un ambiente più stabile e prevedibile per le aziende del settore.
Per creare un ambiente normativo efficace, la Svizzera potrebbe prendere in considerazione modelli di altri Paesi tecnologicamente avanzati, come gli Stati Uniti, dove iniziative come quelle della Federal Trade Commission si concentrano sulla protezione dei consumatori e della privacy. Oppure il Giappone, che si basa su principi etici per regolamentare l'IA e, nonostante la mancanza di una legislazione specifica, ha creato linee guida che promuovono l'innovazione proteggendo al contempo i diritti umani e la trasparenza.
Un approccio svizzero potrebbe combinare questi modelli, bilanciando innovazione e tutela dei cittadini.
Tuttavia, data la stretta connessione della Svizzera con il mercato europeo, non si può escludere che il Paese debba perseguire una maggiore armonizzazione con l'AI Act dell'UE.
Vincoli economici e politici potrebbero portare a una legislazione più vicina a quella europea, per garantire un accesso facilitato al mercato dell'UE e una maggiore coerenza normativa.
Un'altra possibilità è che la Svizzera scelga una via intermedia o un approccio graduale, osservando attentamente l'attuazione e gli effetti dell'AI Act nell'UE prima di definire la propria strategia. Questo permetterebbe di apprendere dalle sfide affrontate dall'UE e di adattare la propria politica di conseguenza.
Indipendentemente dalla strada intrapresa, la sfida per la Svizzera sarà trovare il giusto equilibrio:
tra l'obiettivo di affermarsi come ecosistema tecnologico avanzato e la necessità di garantire che questa tecnologia sia sviluppata ed utilizzata in modo responsabile ed etico.
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